Un borgo all’ombra del Forte

“Tout à coup nous nous trouvâmes arrêtés par le fort de Bard” (All’improvviso ci trovammo bloccati dal Forte di Bard).

Lo stupore di allora del 17enne scrittore Stendhal al seguito dell’armata di Napoleone è lo stesso che prova oggi chi, arrivando in treno o in auto, viene “bloccato”, almeno con lo sguardo, dall’imponente Fortezza. Stupore che si trasforma in meraviglia per chi decide di andare alla scoperta del paese-museo ai piedi del Forte inserito fra i Borghi più belli d’Italia.

In soli 3 chilometri quadrati, stretti tra i due fianchi della montagna, sono racchiusi infatti tesori inestimabili: palazzi e residenze di pregio – unite tra loro da archi, con bifore o con finestre crociate – e numerose fontane.  In questo piccolo museo a cielo aperto ogni muro, ogni casa, racconta una storia a chi ha tempo e voglia di ascoltarla. Perché la storia, quella di Bard, è lunga e inizia tanti, tantissimi anni fa.

Un po’ di storia

Le prime testimonianze storiche di Bard risalgono al periodo del Neolitico. In epoca romana da Bard passava la via delle Gallie, ossia la strada romana consolare che collegava la Pianura Padana con la Gallia. Il borgo si sviluppò durante il Medioevo, con le abitazioni allineate lungo i lati dell’antica strada romana. Luogo di sosta e di pagamento di pedaggi, l’abitato mantenne la sua importanza, trovandosi sulla via Francigena che da Canterbury conduceva a Roma. Ancora oggi tanti pellegrini attraversano il borgo di Bard, camminando fra numerosi edifici risalenti ai secoli XIII-XVI, oltre 20 dei quali classificati come “case monumentali”.
Ma è soprattutto grazie al Forte che Bard accresce la sua notorietà. L’imponente promontorio roccioso sul quale sorge, e che sbarra il fondovalle nel suo punto più stretto, è stato sfruttato fin dall’antichità per scopi militari.

Documenti storici testimoniano la presenza di un presidio ostrogoto nell’area già nel VI secolo. Nell’Alto Medioevo il Forte appare nelle cronache di viaggiatori celebri.
L’evento per il quale però passò alla storia fu la memorabile resistenza di oltre due settimane da parte dall’avamposto difensivo dell’esercito austro-piemontese ai 40mila uomini dell’Armée de réserve di Napoleone. La fanteria e la cavalleria francese riuscirono poi ad aggirare l’ostacolo e a scendere a Donnas passando per il colle di Albard, mentre una parte dell’artiglieria pesante fu fatta passare di notte attraverso il borgo. L’episodio indispettì Napoleone che poco dopo ordinò la distruzione del “vilain castel de Bard”.
Trent’anni dopo, per volere dei Savoia, il Forte venne riedificato e mantenne fino al 1975 una funzione militare quando, passato di proprietà della Regione Valle d’Aosta, fu trasformato in un polo museale e culturale.

L’ultimo comandante del Forte

Dai giovani e inesperti cadetti a lui sottoposti alle munizioni trasportate a bordo di enormi camion, dal sole che illumina le antiche pietre del Forte alle lunghe trecce della sua amata Giuliana, dai volti anziani narranti storie dal sapore passato ai sorrisi brillanti dei bambini che scorrazzano nella stretta via del borgo: negli anni, gli occhi di Piero Morandi hanno potuto nutrirsi della contemplazione di una vita che scorre divisa tra la propria città di origine e il paese del cuore.

Classe 1941, Morandi trascorre l’infanzia nell’azzurra abitudine della riva del Lago Maggiore, tra le colorate abitazioni della frazione di Intra, vicino Verbania.  Nel 1961, spinto verso la carriera militare dal padre, diventa allievo sergente di complemento ad Aosta, salvo poi essere assegnato, appena l’anno dopo, proprio al presidio della fortezza di Bard che, all’epoca, era adibita a deposito di materiale bellico per conto dello Stato. Quello del 1963 rappresenta per Morandi un periodo d’oro, trascorso interamente tra quelle mura e quelle strade che, lontane dalla frenesia della carriera militare, gli regalano occasioni e opportunità di respirare la calma e la serenità di una vita vissuta appieno: comandante di quindici soldati impegnati nei turni di guardia notturni, nonché garante di dieci civili incaricati di caricare e scaricare le armi dai tir, passeggiando per le vie di Bard Morandi ha potuto con il tempo conoscerne e apprezzarne gli abitanti, passando dallo scambiare con loro poche parole di convenienza al considerarli quali amici dalla presenza costante e irrinunciabile al suo fianco.

“In questo clima nuovo e quasi idilliaco, mi sono trovato un giorno ad attraversare il ponte romano affacciato sulla Dora Baltea e a scorgere una bellissima ragazza dalle lunghe trecce – sorride Piero Morandi al dolce ricordo del primo amore -. Nelle settimane a venire, non passava ora in cui non visitassi la zona alla sua ricerca nella speranza di ritrovarla e di potermi presentare a lei”.

Grazie alla sua perseveranza, Morandi riesce nelle sue intenzioni e, frequentata per qualche mese quella che in futuro sarebbe divenuta sua moglie, il 15 agosto 1964 chiede la mano al padre, invitandola a trasferirsi con lui nella natia Intra. Congedatosi volontariamente nel settembre dello stesso anno e lasciato con rammarico il Forte con nel cuore il sogno della cinematografia, con l’arrivo della primavera successiva sposa la giovane dai lunghi capelli proprio all’interno della chiesa del borgo del paese che ha dato la nascita all’una e la felicità all’altro.

Dopo 57 anni trascorsi fianco a fianco, Giuliana e Piero hanno ancora l’abitudine di trascorrere l’estate nella casa di famiglia all’inizio della via centrale del paese, facendo saltuariamente ritorno anche in inverno e in primavera per poter ammirare ogni sfumatura che il cambio di stagione getta sulla fortezza che svetta sulle dimore e sui loro abitanti.

“Il mio attaccamento viscerale a questo luogo di memorie e momenti è legato al benessere che è in grado di regalarmi ogni volta, oltre che alle amicizie che coltivo e riscopro anno dopo anno attraverso un saluto chiunque incontri per strada – conclude Morandi con un’alzata di spalle e una mezza risata molto più eloquenti di qualunque altra parola -. A 81 anni salire al Forte per dare una mano nell’allestimento di eventi e mostre riesce ancora a infondermi la stessa adrenalina di un tempo”.

Durante le estati trascorse a Bard, Morandi si dedica a una moltitudine di attività che rispecchia la pluralità di interessi e passioni che coltiva con l’entusiasmo di un adolescente e la pazienza di un anziano: è proprio per ringraziarlo per l’impegno profuso per museo e borgo che quest’anno l’associazione culturale “Borgo di Bard” ha voluto omaggiarlo con una targa e la consegna pubblica di un riconoscimento, due traguardi esistenziali che hanno saputo strappare una lacrima anche a occhi che hanno visto avvicendarsi sorrisi, storie, suoni e silenzi all’ombra del Forte di Bard.

Un nuovo futuro per Bard

Se il Forte di Bard è una delle ragioni per cui molti turisti scoprono, quasi casualmente, il Borgo di Bard, la volontà dell’Amministrazione comunale è di fare diventare il Borgo il motore del turismo. La rinascita passa per l’arte da una parte e per il turismo lento dall’altra. Una prima pietra verso il “borgo degli artisti” è stata gettata qualche anno fa con la nascita di Maison Bleu.

La perla celeste del borgo

Un desiderio tenuto nascosto fino in fondo, poche parole sussurrate a fil di orecchio, una giornata incantata e incredibile di coincidenze e incontri. E poi il sogno artistico di Paola diviene finalmente realtà.

È il 17 settembre 2015 quando lei, eporediese di origine e avventurosa di carattere, vede affacciarsi i primi volti alle porte della sua “Maison Bleue”.

Anche oggi, osservando le pareti che la abbracciano, i ricordi si affacciano con prepotenza alla sua mente, sovrapponendosi e confondendosi in un istante di pura felicità.

Pochi mesi prima, Paola era una donna come tante con la scintilla dell’arte nel cuore: intenzionata a ritagliarsi uno spazio personale nel quale esprimere il proprio vero io, lontana dai ritmi frenetici e dalle incombenze della quotidianità, si è lasciata guidare fuori dal Piemonte dalla voce del padre, che ora rammenta con affetto, che le ha bisbigliato di un borgo dal nome straniero, nella convinzione che proprio quel luogo potesse accogliere il dispiegarsi del suo futuro.

“Il giorno in cui sono arrivata a Bard è stato magico perché, nonostante la mia iniziale intenzione di cercare una modesta cantina per poter dipingere a vista, sono approdata alla porta di questa meravigliosa casa appena ristrutturata e in attesa di affido – ama raccontare Paola -. Proprio davanti a quella che ancora non sapevo sarebbe diventata la sede della mia galleria, ho potuto conoscere la sindaca del paese che, rimasta ad ascoltare con attenzione la mia storia e le mie fantasie, ha infine approvato un progetto che tenevo nascosto nella parte più profonda di me”.

Ed è così che la donna, ancora insicura della sua fortuna, si è lanciata nella sua personale sfida: aderire con la sua iniziativa a un bando dell’Unione europea. L’idea ruotava attorno ai concetti cardine di bellezza e conoscenza, ospiti di una dimora i cui muri trasudano non soltanto la semplice e astratta arte figurativa, ma anche la dinamica e variegata cultura, materializzata nell’allestimento di eventi quali presentazioni di libri, concerti, mostre ed esposizioni, negli anni susseguitisi instancabilmente nella suggestiva cornice della “Maison Bleue”.

Dopo due anni e mezzo di piccole gioie e fugaci soddisfazioni quotidiane, la vita di Paola, divenuta nel frattempo insegnante di storia dell’arte a Verrès, continuava ad arricchirsi di spunti e attività: assieme alla collega e amica comasca Cristina Cancellara ha fondato un’associazione che, a oggi, conta in totale nove membri all’interno del direttivo: dai pittori Carlotta Alberti di Lugano e Davide Piccardo di Genova allo scultore valdostano Guglielmo Pramotton, dal medico eporediese Marco Bianchi alle new entries dei fumettisti piemontesi Bruno Testa e Giorgio Sommacal, i pilastri della Maison seguono con il sorriso sulle labbra l’avvicendarsi continuo di artisti.

E così, tra tavolozze e pennelli, tele e sculture, la perla celeste del borgo di Bard continua a risplendere: non soltanto, infatti, i giovani – residenti e non – amano rifugiarvisi in un’atmosfera di silenzio e accoglienza producendo piccoli capolavori di talento inespresso e grezzo ma anche, nel corso di quest’anno, la crescita della nona arte, quella del fumetto, ha dato i suoi frutti nell’esposizione allestita nei locali del Forte dal titolo “Nel segno di Dante tra illustrazione e fumetto”, la quale, prolungata oltre la data inizialmente prevista per la sua conclusione, ha ricevuto un importante riconoscimento dal Ministero della cultura.

“La nostra programmazione annuale è molto ricca, tanto da averci spinto ad allestire variegate proposte tra cui una estiva estemporanea dedicata a bambini e ragazzi, sui quali investiamo molto e che frequentano l’atelier alla ricerca di lezioni, momenti di tutoraggio o semplici consigli da parte di artisti e pittori esperti – conclude Persello -. Accanto all’inaugurazione, l’anno passato, di uno sportello denominato “Arte Giovani”, una sorta di “pronto soccorso artistico estivo”, abbiamo avviato anche un progetto inclusivo assieme a nove disabili a cui, nell’arco di una giornata, abbiamo fatto vivere una esperienza artistica completa, trasformandoci nel tempo da “banale” galleria ad autentico laboratorio educativo”.

Ma Maison Bleue, per volontà dell’Amministrazione comunale, è destinata a non restare a lungo la sola residenza artistica del borgo.

Il turismo lento

Ogni anno Bard è attraversata da centinaia di camminatori, italiani e stranieri, che si mettono in marcia per raggiungere Roma attraverso la Via Francigena.
Il borgo è anche una delle tappe di un nuovo cammino, quello Balteo, che su sentieri di media montagna attraversa tutta la Valle d’Aosta da Courmayeur a Pont-Saint-Martin.

Per riflettere sul turismo sostenibile e slow, che sta riscuotendo un crescente interesse, durante l’estate 2022 è stata organizzata a Bard la prima edizione del Festival In-traecci.

Bard: alcuni dati

REGIONE: Valle d’Aosta

COMUNE: Bard

Con 108 abitanti attuali Bard è il più piccolo comune della Valle d’Aosta. Nel 1861 la popolazione residenti era cinque volte di più: 515 abitanti. Negli anni Venti del 1900 i residenti hanno iniziato a dimezzarsi: 208 abitanti nel 1931. La discesa vertiginosa è proseguita, salvo una breve parentesi intorno agli anni Cinquanta, dove si è vista una leggera ripresa del numero di residenti.

Popolazione a Bard

Fabio Rean

VIDEOMAKER

Fabio Rean (1990, Aosta) è un videomaker professionista.

Sviluppa la sua passione per la fotografia già in età adolescenziale.

La sua indole creativa non si sofferma solo sulle riprese e filmati, ma scrive e registra canzoni, canta e suona la batteria.

Si definisce una testa creativa, è inoltre un atleta, appassionato di corsa in montagna.

Con il passare degli anni, trasforma la sua passione per il videomaking in un vero e proprio lavoro, collaborando ad oggi con studi musicali, studi fotografici e testate giornalistiche.

Il suo cavallo di battaglia sono i video musicali.

Meritano una particolare menzione le sue riprese in alta montagna, dove mette in risalto le bellezze naturali della sua Valle d’Aosta, spesso alternate con immagini di Sky Runners che compiono imprese sportive.

Silvia Savoye

GIORNALISTA

Silvia Savoye, 43 anni, giornalista professionista vive e lavora ad Aosta. Direttore responsabile di Aostasera.it, edito dalla società cooperativa Piùpress, realtà in cui ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo e della comunicazione.

Giorgia Gambino

GIORNALISTA

Classe 1997, Giorgia Gambino è giornalista pubblicista freelance da un anno. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni, si è affacciata allo straordinario e soddisfacente universo del giornalismo nel 2018 iniziando a collaborare con il settimanale Gazzetta Matin; dopo due lauree in lingue e letterature moderne e un master di primo livello in giornalismo 3.0, è stata accolta quest’anno dalla redazione del quotidiano online AostaSera.