Il paese dell’arte e dei marroni

Il borgo di Castagno si trova nel Comune di San Godenzo, 725 metri sul livello del mare, giusto ai piedi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. L’andamento demografico del Comune dall’Unità d’Italia fino ai primi anni del 2000 rivela un costante abbandono del luogo da parte dei residenti.

Circondato da splendide marronete, coltivazioni di castagni secolari che hanno fornito la base alimentare per la gente di montagna e da cui il borgo prende il nome.

La storia di Castagno è da sempre legata a Firenze. Per il legname, dalla fine del trecento alla prima metà del quattrocento l’economia paesana era legata soprattutto alla lavorazione del legno, destinata all’Opera del Duomo di Firenze e agli arsenali di Pisa e Livorno. Per l’acqua, a pochi km dal paese, a quota 1376 mt, si trova la sorgente da cui prende vita il principale fiume che attraversa la Toscana, l’Arno. L’acqua che da qui sgorga confluisce in vari torrenti per arrivare in città dove da sempre è stata usata per lavorazioni artigianali e usi comuni. Per il paesaggio suggestivo che fa da cornice all’abitato, da sempre fonte d’ispirazione per artisti di tutti i secoli. Primi fra tutti Dante, il più importante poeta italiano e Andrea di Bartolo, detto Andrea del Castagno che qui nacque nel 1421. Oggi è il borgo a portare il nome del suo più illustre cittadino.

La storia

In origine il paese sorgeva in cima al crinale, dove ora ha sede l’osservatorio astronomico. Distrutto da una grossa frana nel 1335, fu ricostruito a valle dove si trova attualmente.

Solo alla fine del 1700 fu unito a San Godenzo in un unico Comune per volontà del granduca Ferdinando III.

Dopo la prima guerra mondiale, nel 1919, un forte terremoto distrusse l’intero paese. Con il secondo conflitto mondiale, Castagno d’Andrea che si trovava proprio a ridosso della Linea Gotica, fu completamente raso al suolo dai tedeschi, nel 1944.

Oggi è la porta fiorentina di accesso al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e vive soprattutto di turismo ambientale.

Il marrone rimane la risorsa più importante del territorio. Quello che per i nostri nonni era ‘il pane di montagna’ e che oggi come ieri si presenta come un prodotto insostituibile sulle tavole autunnali. Il marrone ha portato i produttori di Castagno a essere conosciuti a livello nazionale, in particolare per la farina dolce, ricavata dalla macina dei marroni secchi.

Ancora oggi a Castagno si festeggia ‘La Ballottata’, principale evento legato a questo frutto.

Andrea del Castagno e il territorio che ispira l’arte

Un territorio di confine, rude come rude è il carattere dei suoi abitanti, forgiato dal vivere in montagna. Una bellezza aspra che tra le difficoltà trattiene il piacere di essere un centro di arte e sviluppo pittorico.

Sicuramente il primo grande pittore è il nativo Andrea di Bartolo di Bargilla, detto Andrea del Castagno. Oggi il borgo porta il suo nome.

In giovane età l’artista imparò il mestiere in una bottega fiorentina, entrando in contatto con artisti di grande livello.

Fu a Firenze che Andrea del Castagno eseguì il ritratto di Dante, all’interno di una serie di affreschi, oggi restaurati e di proprietà della Galleria degli Uffizi.

Nell’estate 2021 l’affresco di Dante dipinto da Andrea del Castagno è stato riportato nel Comune di nascita del pittore, per celebrare la doppia ricorrenza del 700esimo anno dalla morte di Dante e il 600nario della nascita di Andrea del Castagno.

Il più grande poeta italiano, Dante, che da San Godenzo partì per l’esilio e uno dei più grandi pittori del Rinascimento, Andrea del Castagno, uniti da un dipinto riscoperto, esposto nell’estate 2021, nel Centro Visite del Parco presente nel borgo.  Una mostra che ha aperto le porte a una collaborazione artistica museale con la Galleria degli Uffizi anche per nuovi progetti futuri.

I’ marronaio e l’albero del pane

I secolari castagneti da frutto della zona sono stati, fino alla fine degli anni ’50, un’importante e insostituibile fonte alimentare e di reddito per le popolazioni locali, tanto da far meritare al castagno l’appellativo di ‘albero del pane’. Dopo un periodo di forte regresso e di abbandono delle marronete a seguito di uno spopolamento della montagna, dagli anni ’80 si sta assistendo ad una diffusa ripresa di questo settore.

Ancora oggi le marronete non cessano di ricompensare con la loro abbondanza gli abitanti del luogo. Castagno d’Andrea, come tutto il Comune di San Godenzo, fa parte dell’area di produzione del Marrone del Mugello IGP, importante riconoscimento al frutto (allo stato fresco o trasformato) ottenuto da castagni riconducibili alla varietà marrone fiorentino. Buona la materia prima, ottimi i suoi derivati come la farina dolce, un prodotto che racchiude in sé storia e tradizione e che ha portato San Godenzo a eccellere a livello nazionale per le proprietà organolettiche e il gusto.

Principale alimento delle famiglie contadine fino all’arrivo del grano, ancora oggi la farina di marrone si produce nella stessa maniera. E’ una risorsa economica vera e attuale per il paese, grazie alla sapienza dei castanicoltori nell’esercitare la pratica ultra secolare dell’essiccazione.

Tale pratica si svolge ancora in appositi essiccatoi in pietra, alimentati solo da legna di castagno. Il metodo tradizionale ancora utilizzato, prevede un processo lungo di circa 60 giorni che permette di mantenere il calore a bassa temperatura. Per poi passare alla macinatura dei marroni secchi in mulini a pietra.

La Compagnia di Marronbugio

Di recente la nascita della cooperativa di comunità nel Comune di San Godenzo ‘La Compagnia di Marronbugio’ ha permesso di sviluppare e valorizzare anche la frazione di Castagno per i suoi prodotti e derivati.

Si tratta di un progetto che ruota attorno all’idea di costruire una rete di accoglienza per il turismo slow; ‘esperienzale’ che parte dai prodotti tipici e dalle loro trasformazioni per far conoscere le bellezze del territorio.

Il progetto prevede l’utilizzo di tutti i prodotti locali: partendo dal grano verna coltivato in zona e dai marroni si arriverà ad utilizzare anche le uova e tutti gli altri ingredienti, a km zero. Punti di forza sono il pastificio posto a San Godenzo dove svolgere la produzione di prodotti tipici locali e un mulino per la macina del marrone che avrà sede a Castagno.

Ma ‘La Compagnia del Marron Bugio’ non è solo questo. La cooperativa risulta essere uno speciale modello di aggregazione sociale in grado di costruire risposte condivise a bisogni collettivi, mettendo a disposizione creatività e capacità.

In particolare è stato il veicolo per creare posti di lavoro e servizi alla persona. I settori in cui si è maggiormente applicata sono stati quelli del lavoro in marronete, dalla pulizia alla raccolta; cura e manutenzione del verde del territorio e servizi di pulizia e sanificazione.

Il parco e la leggenda di gorga nera

Istituito nel 1993, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna ha ottenuto nel 2017 da parte dell’Unesco il riconoscimento come patrimonio dell’umanità per 7700 ettari di foreste vetuste di faggio.

Da sempre una fonte di attrazione per gli amanti della natura.

Castagno è la porta fiorentina di accesso al Parco che offre tra le sue risorse Monte Falterona (Fal Truna, trono degli dei, come lo chiamavano gli Etruschi) e L’Acquacheta, entrambi citati da Dante nell’Inferno.

“Quel fiume c’ha proprio cammino

prima da Monte viso ‘nver’ levante

da la sinistra Costa d’Appennino (Inferno XVI).

L’amore e il rispetto del territorio uniti alla ricerca di uno sviluppo ecosostenibile hanno portato il Comune di San Godenzo a progettare la realizzazione di un rifugio moderno, completamente in legno, dentro la faggeta in località Borbotto; senza tagliare neanche un albero del Parco.

Gorga Nera è un piccolo acquitrino di forma quasi circolare con un diametro di una decina di metri a circa 500 m dall’ingresso al Parco. La nascita della pozza è da farsi risalire alla frana del 1335.

A Castagno, nelle storie raccontate a veglia ai bambini, Gorga Nera era associata a qualcosa d’infernale o, a un antico vulcano. Si narrava, infatti, che per misurare il fondo di Gorga Nera, venivano usate delle funi con un sasso legato all’estremità. La corda gettata nel fosso, tornava in superficie abbruciacchiata all’estremità senza sasso.

Il Cristo di Annigoni, gli allievi e l’infinito di don Milani

‘La Crocefissione’ di Pietro Annigoni, nella chiesa di San Martino a Castagno, è sicuramente un altro esempio di come il territorio sia legato all’arte.

L’artista fu invitato dal comitato per le celebrazioni del V centenario dalla morte di Andrea di Bartolo nell’aprile del 1957. Nell’occasione si offrì di dipingere il grande Crocifisso dietro l’Altar Maggiore. Lo seguirono due dei suoi discepoli, Luciano Guarnieri e Antonio Ciccone. Nel 1958, l’affresco del grande Crocifisso fu ultimato.

Nel marzo del 1966 Annigoni tornò alla chiesa di San Martino per dipingere nel presbiterio ai lati del Crocifisso, le figure della Mater Dolorosa e di San Giovanni Evangelista, entrambi con la tecnica a fresco. Sull’altra parete a destra del Crocifisso, l’immagine di San Giovanni realizzata nel 1968. La pittura dello spazio sovrastante il Crocifisso è in parte eseguita da Silvestro Pistolesi, altro artista fiorentino vissuto a Castagno.

Gli allievi di Annigoni hanno continuato a frequentare il borgo, come fonte di ispirazione per la propria arte. In particolare Silvestro Pistolesi che dal 1962 fino ai primi mesi del 2022 ha vissuto per lunghi periodi dell’anno a Castagno. 60 anni di amicizia con questo paese, che lo ha omaggiato di una mostra in suo onore e memoria nell’estate 2022.

Un luogo dell’anima, un paesaggio che ha richiamato tanti altri artisti che hanno lasciato in eredità un bagaglio di emozioni impresse nelle loro tele, incrementando così l’importanza di Castagno come luogo di ispirazione artistica. Tra questi ricordiamo il tedesco Hans Joachim Staude, maestro di pittura di Lorenzo Milani prima che questo diventasse il famoso Don Lorenzo Milani.

 

Territorio che si sta ripopolando

Vivere in un piccolo borgo di montagna significa vivere ‘con e per gli altri’. Tutti hanno un proprio ruolo nella piccola comunità. Questa forte coesione è la forza motrice che ha permesso lo sviluppo e la nascita di progetti volti a migliorare il vivere in campagna.

San Godenzo vanta la presenza ultra decennale di una ‘Scuola senza zaino’ che ha portato l’arrivo di bambini anche da altri comuni limitrofi. Una controtendenza legata alla qualità del servizio e del vivere un paese di montagna che si registra non solo nell’istruzione ma anche nelle scelte lavorative. Tra queste ricordiamo il coraggio di un imprenditore milanese di aprire una casa editrice specializzata in apicultura tra i monti dell’appennino.

Esperienze di giovani che si sono trasferiti sul territorio per riconvertirsi all’agricoltura, all’apicultura e alla castanicoltura. Altre iniziative legate alla cucina e all’accoglienza che hanno portato a vedere ‘un ritorno alla montagna’ come una scelta di qualità, possibile e realizzabile.

Castagno D’Andrea: alcuni dati

Regione: Toscana

Provincia: Firenze

Frazione del Comune di San Godenzo

Censimento Popolazione 1861/2011 San Godenzo

Saverio Zeni

REGISTA

Editore del Network OKNews24.it di cui fanno parte i quotidiani okmugello.it – okvaldisieve.it e okfirenze.com. Agli albori di internet in Italia fonda, nel 1995, il quotidiano online Greenplanet.net e lo dirige fino al 2009. Già vice presidente ANSO (Associazione Nazionale Stampa Online), è stato membro del direttivo, incaricato dei rapporti con gli editori associati.

Lisa Baroncelli

GIORNALISTA

Ha lavorato per molto tempo in ambito redazionale nel contesto fiorentino. Il suo primo incontro con il mondo della comunicazione è stato la radio ai tempi universitari, sia all’estero che in Italia. Ha collaborato per La Nazione online di Firenze e per la stessa testata cartacea. Per 8 anni ha condotto trasmissioni televisive e lavoro redazionale per un’emittente locale. Appassionata del suo territorio, di tradizione, storia e folklore, ha realizzato un documentario sul marrone del mugello IGP. Ha lavorato come ufficio stampa per la Casa Editrice Polaris, guide per viaggiare. Attualmente collabora con la testata online OK!Mugello.

Adriano Buccoliero

FOTOGRAFO E VIDEO MAKER

Fotografo per vocazione, nato in Svizzera Vivo e lavoro a Borgo San Lorenzo dove si trova il mio studio professionale. Mi sono innamorato dell’arte fotografica fin da giovanissimo, un amore consolidato poi con gli studi di fotografia a Firenze negli anni ’90, sotto la guida di Luciano Ricci. Da allora la fotografia è diventata la mia professione. Le mie foto nascono prima nella mia testa. Una bella foto è infatti merito del soggetto, del fotografo ma soprattutto di tutta la costruzione della foto stessa. Recuperare l’armonia nel bilanciamento dei pesi e delle forme, cogliere qualcosa di più di quello che può cogliere un occhio distratto e frettoloso, estraniarsi dall’immagine stessa e riuscire a far passare un unico messaggio: la bellezza.
Questo sono io, con la mia macchina fotografica. Questo è il filo conduttore della mia attività professionale.

Massimo Ravicioli

CONTRIBUTI VIDEO

Nasce professionalmente nel 1988, dopo aver ottenuto il diploma di fotografia presso L’ ITI di Firenze frequenta un corso di media video presso Video Firenze dove impara regia e operatore di diretta, dopo viene assunto presso uno degli studi di montaggio più importanti della toscana dove realizza documentari, video clip musicali, pubblicità, spot pubblicitari. Collabora attualmente con la società Cat telecomunicazioni Media Solution.