Monterotondo Marittimo è un piccolo comune delle Colline Metallifere, in provincia di Grosseto. Sotto le sue rocce, sotto la terra, la forza della geoetrmia, prepotente, chiede di uscire, aprendo sorprendenti geyser caldi.

A Monterotondo Marittimo la terra è calda. Quando giri nella campagna, ad un tratto, da dietro un cespuglio, vedi salire del fumo. Pensi ad un incendio. E invece no, è la terra che respira, che esala il suo alito caldo come quello di un drago. È la terra che ribolle. È il cuore caldo del mondo che arriva in superficie. Che che preme, che spinge prepotente per uscire fuori.

E lo fa qui, in questo piccolo comune della provincia di Grosseto, questo lembo di terra che ha ispirato l’inferno di Dante, qui dove il terreno scotta e la vegetazione è incredibilmente verde, oltre che unica.

La storia

Le prime tracce del toponimo di Monterotondo Marittimo risalgono a poco dopo il mille e anche il suo Castello è databile a quegli anni; la prima comunità erà già qui almeno dal 700 dopo Cristo.

Nel 1163, l’imperatore Federico I (il Barbarossa) ricevette sotto la propria protezione il Conte Tancredi Alberti di Prato con signoria e residenza in Monterotondo.

Nel 1220 l’abate di San Pietro in Palazzolo vendette i diritti relativi a Monterotondo al Conte Rinaldo Alberti.

Le rovine del loro castello, che andò distrutto, sono tra le bellezze storiche architettoniche del Comune. Sui muri sono ancora visibili le tracce di un terremoto che spaccò i muri.

Risalirebbe invece all’ottavo secolo il villaggio minerario del castello di Cugnano. L’area era ricca di risorse sotteranee e passeggiando tra le rovine si trovano ancora scorie metallurgiche e scarti di lavorazione.

Alessandro Giannetti – presidente Anpi

Paola Ferri – operatrice museale Mubia

GEOTERMIA, giù nelle profondità della terra

La lavorazione dei metalli e l’estrazione delle ricchezze del sottosuolo è un filo rosso che unisce secoli differenti e che caratterizza la zona come un vero e proprio distretto minerario.

A Monteleo c’era una fiorente allumiera, una cava di allume alunitico, un materiale che, una volta trattato, aveva moltissimi usi, tra cui quello di mordente per tingere la lana.

Le Biancane sono uno dei luoghi più suggestivi di Monterotondo, tanto che avrebbero ispirato la visione dell’inferno di Dante Alighieri:

Versan le vene le fummiere acque

Per li vapor che la terra ha nel ventre

Che d’abisso li tira suso in alto

Un luogo magico, un paesaggio lunare, rocce bianche, e rosse, e nere, e gialle come lo zolfo…

Dalla terra si sprigiona un gas, l’acido solfidrico, vapori chimicamente aggressivi reagiscono con le rocce attraversate, lisciviandole e alterando i minerali di cui sono composte, così i Diaspri, normalmente di colore rosso vivo, per la presenza di ossidi di ferro, diventano bianchissimi, da cui il nome: Biancane.

Su questa immensa ricchezza Monterotondo ha costruito la propria identità, sugellata con l’inaugurazione di un museo: il Mubia.

Paola Ferri – operatrice museale Mubia

Luisa Frati – esperta del monitoraggio ambientale

TURISMO, AMBIENTE, ENOGASTRONOMIA E GEOTERMIA

Se negli anni scorsi il comune Monterotondo Marittimo è sempre stato caratterizzato in maniera industriale, negli ultimi anni lo sfruttamento della geotermia ha trovato nuove vie.

Lo sviluppo passa dal turismo, con un’attenzione a sentieri e percorsi da fare in bici, a cavallo o a piedi, e da un’enogastronomia che è sempre più capace di attrarre un tipo di turismo specializzato.

Sono molte le aziende locali che sfruttano proprio il calore della terra per la produzione, ad esempio, dell’olio o dei formaggi e per la loro stagionatura come fanno Podere Paterno e l’azienda agricola Tanda. Una comunità del cibo a carattere sostenibile.

Ma a Monterotondo più che di turismo è giusto parlare di turismi: tra questi la cultura, non solo grazie ai reperti storici del passato, ma anche ad un premio letterario nazionale intitolato al più illustre concittadino: il poeta e scrittore Renato Fucini, che qui nacque e di cui è ancora conservata la casa. Fucini, figlio di un medico, scrisse i primi sonetti in vernacolo sotto lo pseudonimo-anagramma di Neri Tanfucio.

Giacomo Termine – sindaco di Monterotondo Marittimo

Alessandro Samola – referente per le reti sentieristiche dell’Unione dei Comuni montana Colline Metallifere

Giacomo Termine – sindaco di Monterotondo Marittimo

Mario Tanda – produttore (Podere Paterno)

Fiorella Lenzi – produttore (Serraiola wine)

Fabiola Bocci – bibliotecaria

ANTIFASCISMO: giovani eroi per la libertà

Durante la guerra partigiana Monterotondo Marittimo ha versato il proprio contributo di sangue. Piazze e vie portano il nome di quei ragazzi caduti per la libertà.

Due gli episodi più significativi: la battaglia di Monterotondo, del 10 giugno 1944, dove persero la vita cinque giovani con il loro tenente, e quella di Campo ai Bizzi del febbraio dello stesso anno.

Un gruppo di partigiani si era rifugiato in un podere nella zona del Frassine. Furono accerchiati e resistettero sinché ebbero le forze. Infine, ormai feriti, si arresero e furono finiti a colpi di pugnale. I fascisti, poi, dettero fuoco al casolaree; nella stalla bruciò, arso vivo, anche il cavallo. Per questo la lapide ricorda, oltre ai sei partigiani uccisi, anche l’animale che seguì la loro stessa fine.

Alessandro Giannetti – presidente Anpi

TRA STORIA E LEGGENDA: IL FRASSINE E IL LAGO BORACIFERO

Sono molte le leggende che affondano le radici nel passato: c’è il bue, che si inginocchia di fronte alla statua della Madonna, c’è il pescatore che viene catturato dai saraceni e ritrova miracolosamente la libertà grazie alla propria fede. E c’è un “lago senza fondo” nelle cui calde profondità, come un anticipo d’inferno, sono stati inghiottiti malvagi e miscredenti.

Storie simbolo di un passato magico e misterico, in un continuo rimando tra realtà e fantasia.

Frassine Un statuetta di legno, con in braccio un bambino. Attorno ad essa sono cresciuti un monastero e una comunità. Il destino della Madonna del Frassine si dipana così, nel corso dei secoli, tra stroia e leggenda.

Il suo nome è legato, nell’immaginario collettivo dei fedeli, a quello di San Regolo, che giunse in Italia dall’Africa, assieme a San Cerbone, con un intento evangelizzatore.

Secondo la leggenda il santo avrebbe portato con sé una statua della Madonna, che andò perduta dopo la decapitazione dello stesso san Regolo, nell’anno 545.

La statua sacra sarebbe rispuntata fuori attorno al 1300. La leggenda narra che un contadino avrebbe seguito un bue nel bosco e lo avrebbe visto inginocchiarsi di fronte ad un albero, un frassino.

Alzati gli occhi al cielo il contadino avrebbe visto la statua sull’albero. Spostata in una chiesa, la Madonna sarebbe però ritornata lì, dove era stata trovata la prima volta. E attorno a lei fu costruita prima una cappella e poi l’intero monastero.

Lago Boracifero Una leggenda avvolge la nascita del Lago Boracifero. Si narrà che, prima del lago, lì ci fosse una valle fertile, coltivata da alcne famiglie troppo avide e interessate ai soldi. Un’anziana mendicante passò di lì in un giorno dedicato a una festività religiosa. Chiese l’elemosina, ma fu derisa.

La vecchina ammonì quella gente, dicendo loro che in quel giorno era giusto andare in chiesa a pregare, ma fu sbeffeggiata e scacciata.

L’anziana decise di andarsene; quando si fu allontanata, alle proprie spalle, un potente fulmine squarciò l’aria nonostante il giorno di sole. La terra si aprì, e inghiottì tutti quei miscredenti trascinandoli nel sottosuolo.

Al posto della valle sorse un lago così profondo da essere detto senza fondo, e le cui acque sono sempre calde e ribollenti, come quelle dell’inferno in cui sono sprofondati gli ultimi abitanti di quella valle.

Luisa Frati – esperta del monitoraggio ambientale

Padre Riccardo Saccomanno – missionari del cuore immacolato di Maria

Monterotondo Marittimo: alcuni dati

Regione: Toscana

Provincia: Grosseto

Popolazione a Monterotondo Marittimo

Il paese di Monterotondo Marittimo è abitato da 1.284 persone. Nel 188, nno del primiìo censimento, gi abitanti erano 3.034. Lasituazione resta più o meno stabile sino 1911 quando la popolazione dell’11% a 2.763. Nel 1911 per la prima volta viene previsto il limite di età di 10 anni per rispondere alle domande sul lavoro.

Nel 1936, nel primo e unico censimento quinquennale, si ha nuovamente un calo del 16% e la popolazione si attesta su 2286 abitanti.

Nel 1951 un picco di crecita del 36%.

Nel 1971 il primo il vero crollo con il 33% in meno degli abitanti che scendono a 1.775.

Barbara Farnetani

GIORNALISTA

Barbara Farnetani è nata a Grosseto 48 anni fa. Giornalista professionista ha iniziato questo lavoro 20 anni fa in un’emittente locale della Maremma per cui ha realizzato documentari e servizi giornalistici anche all’estero. Ha seguito per anni la cronaca nera e giudiziaria della provincia di Grosseto. Ha molteplici interessi: appassionata di viaggi e letture, è amante di teatro e di cinema. Da quasi dieci anni lavora come redattore al quotidiano on line IlGiunco.net..

Daniele Reali

GIORNALISTA

Daniele Reali Giornalista professionista, ha iniziato la sua esperienza nel mondo del giornalismo in una tv locale all’inizio degli anni 2000. Dal 2011 è direttore del IlGiunco.net, il quotidiano online della Maremma, che lui stesso ha fondato. Da allora ha dato vita ad una serie di progetti e di collaborazioni. È stato l’ideatore #maremmalocal l’evento che ogni anno, a dicembre a partire dal 2012, affronta i temi del digitale e della comunicazione nella dimensione locale.

Samuele Cottini

VIDEOMAKER

Samuele Cottini, videomaker e tecnico elettronico (1980, Grosseto), sperimenta la passione già da piccolo esercitandosi in riprese di eventi e usando la nascente tecnologia digitale. Dopo la fine degli studi scolastici, frequenta videolaboratori ed entra a far parte dello staff di una tv locale. In contemporanea, prende i contatti con agenzie videofotografiche e televisioni per poter perfezionarsi con l’arte video televisiva. Dal 2009, diventa un freelance e mette in pratica quello che ha imparato nei precedenti anni dando vita a collaborazioni con testate giornalistiche locali ed regionali e producendo progetti video propri.